Rapina a mano armata – ore 15 corteo da Palazzo Ricci

Martedì 20 ottobre 2015 una partecipata assemblea d’ateneo all’Università di Pisa – abbastanza grande da non poter essere contenuta nelle aule e di conseguenza spostata nel giardino del Polo Fibonacci – ha deciso di procedere in un corteo che con determinazione si è ripreso il Polo Ex Gea. Figuriamoci la sorpresa dei più di 300 studenti nello scoprire che il capannone del Polo era interamente occupato da libri delle case editrici dell’Università – la PLUS, sciolta qualche anno fa a seguito di uno scandalo legato a buchi di bilancio, e la Pisa University Press, costituita proprio per proseguire l’attività coprendo il precedente scandalo. Continua a leggere

AdottaMelo

Cosa si può fare con i semi che si trovano dentro la mela che mangi?

Dopo aver passato anni a buttarli nella spazzatura, ecco la svolta… perchè non piantarli?

Ma perchè dovresti volerlo fare? Ci sono varie spiegazioni per giustificare questo gesto:

  • un tentativo per riappropriarci delle tecniche di semina e coltivazione di un frutto che troviamo spesso sulle nostre tavole: la natura produce spontaneamente le mele da millenni e basta davvero poco per essere un bravo disseminatore;
  • un modo per capire meglio la risposta alla domanda “ma la mela che sto mangiando come ci è arrivata tra le mie mani?”;
  • Oltre a questi motivi, il solo gesto di piantare un albero è già di per sè una giustificazione sufficiente per i benefici che l’ambiente e le persone che contribuiscono alla crescita del melo ne possono trarre.

Per conoscere meglio la filiera della mela dobbiamo iniziare a porci una semplice domanda: i meli che ho piantato, che mele faranno? A priori, questa è una domanda dalla risposta indefinita.
Così come ogni mammifero somiglia ai suoi genitori ma non sarà identico a loro, si possono ottenere mele diverse incrociando due meli insieme! Continua a leggere

Dai diamanti non nasce niente, dal vermicompost nascono i fior

Altra novità di quest’anno riguarda la produzione di compost. Abbiamo infatti deciso (sempre per provare ad ovviare alla scarsa qualità del terreno) di allevare lombrichi. I lombrichi sono animali utilissimi per il nostro terreno: avendo sei reni capaci di assorbire anche i metalli pesanti e un intestino che digerisce i nostri scarti trasformandoli in sostanze fertilizzanti, i lombrichi danno vita al cosiddetto “vermicompost”, un ammendante naturale dalle straordinarie proprietà nutritive.

Inizialmente durante la zappatura abbiamo raggruppato un buon numero di lombrichi che si trovavano già nel terreno del nostro orticello.  Abbiamo quindi costruito una struttura apposita che potesse contenerli, ossia una “lombrichiera”, nella quale potranno cibarsi del compost, che ci autoproduciamo, e riprodursi. La struttura è stata fatta con gli stessi pannelli usati per realizzare le pareti dei filari in modo da coprire un’area di 2 metri quadrati. Abbiamo poi lasciato l’organico raccolto in dei bidoni a macerare, e dopo un meset

lombrichi

Lombrico Rosso Californiano

to l’abbiamo messo insieme ad un po’ di terra nella lombrichiera, insieme ai lombrichi raccolti. In questo modo speravamo di far digerire e quindi arricchire il compost ai vermi e lasciarli riprodurre per avere poi una maggiore efficienza.

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