Al rettore non piace confrontarsi con le conseguenze delle sue ignobili azioni.
L’estate scorsa le ragazze ed i ragazzi di eigenLab, attraversando abusivamente il polo Fibonacci chiuso e deserto per le vacanze estive, si accorsero di una fortissima perdita d’acqua che in breve tempo avrebbe allagato il seminterrato dell’edificio C, in cui si trovano le officine dell’INFN e numerosi laboratori. Allertati gli organi centrali (all’epoca riuscivamo ancora a stabilire dei contatti sensati) e segnalata la faccenda, ci ringraziarono ed inviarono una squadra d’intervento. Gli operai della ditta però trovarono tutti gli accessi del polo chiusi, e ricontattarono dunque l’amministrazione centrale, che infine chiamò noi affinché da dentro aprissimo i cancelli: accogliemmo gli operai e li aiutammo a individuare e risolvere il problema della perdita.
Fu piacevole la sensazione di aver contribuito alla tutela di uno spazio importante, uno spazio comune di ricerca, studio e crescita; fu un bell’episodio in cui persone molto diverse collaborarono per un bene comune, e non importava minimamente che questo gesto venisse notato (di ritorno dalle vacanze, nessuno seppe neanche dello scongiurato pericolo di allagamento).
Ad un anno di distanza, gli interlocutori rimangono gli stessi ma la dinamica è completamente stravolta. Rettore e prorettori si nascondono per mesi dietro ben miseri paraventi, disprezzano apertamente gli studenti, non tengono in considerazione alcuna le rappresentanze, evitano il dialogo, non rispondono a nessun tipo di sollecitazione.
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