Primo giorno – eigenOrto

Anche quest’anno sono cominciati i lavori per l’eigenOrto e con nuove tecnologie dalla nostra parte: l’impianto goccia a goccia e la rotazione dell colture.
Per realizzare il primo abbiamo acquistato tubi, tubicini, snodi e rubinetti – una spesa di circa 170 euro – per coprire una superficie di 60mq (12 filari con 10 piante ciascuno) con un sistema a pettine e abbiamo avuto cura che si potessero escludere certe parti dell’orto all’occorrenza grazie a un sistema di rubinetti, così da innaffiare solo le zone interessate. L’impianto ci permetterà di risparmiare il tempo altrimenti speso a innaffiare a mano e ridurrà la quantità di erbacce, poiché l’acqua verrà data unicamente a ortaggi e legumi.

Per gestire la rotazione delle colture, che favorisce i processi nutritivi del terreno – e quindi delle piante – abbiamo optato per il modello triennale. Questo metodo prevede che la terra disponibile venga divisa in tre parti: una a ortaggi (patate, peperoni, pomodori, zucchine, ecc), una a legumi (piselli, fave, fagioli, ecc) e una a maggese (viene lasciata incolta oppure viene coltivata con erbe da foraggio che servono da nutrimento per animali e al contempo arricchiscono il terreno, come, ad esempio, il trifoglio), coltivate ciclicamente secondo l’ordine legumi->ortaggi->maggese. Il vantaggio di questo modello è che i legumi favoriscono lo sviluppo di colonie di batteri azotofissatori simbionti che vivono nelle radici e che trasformano l’azoto molecolare in composti azotati utili alla fertilità del terreno. Questi composti verranno poi utilizzati dagli ortaggi che verranno coltivati su quel terreno al ciclo successivo.
Poiché l’appezzamento di terra di cui disponiamo non è molto ampio, abbiamo cominciato estendendo il terreno coltivabile di altri 25-30mq, sottraendolo alla gramigna rossa, un’erba infestante difficile da estirpare, poiché si spezza facilmente e può ricrescere da qualunque troncone di radice. Continua a leggere

Sull’orlo dell’esaurimento

Spunti per una riflessione verso la notte bianca del 7 Dicembre al Polo Fibonacci

Per secoli l’uomo ha sfruttato e piegato la natura a suo piacimento, traendone vantaggi immediati. Il successivo sviluppo industriale e tecnologico ha poi contribuito a modificare non solo l’ambiente circostante (deteriorandolo talvolta in maniera irreversibile) ma anche la nostra visione e il nostro modo di rapportarci ad esso. Il nostro modello di sviluppo attuale ha portato da un lato ad uno sfruttamento incontrollato delle risorse naturali e dall’altro ha fatto credere per decenni che queste risorse fossero inesauribili.

Che cosa ci ha portato ad un tale sfruttamento delle risorse? È un consumo necessario o è dovuto a questo particolare modello economico? Continua a leggere

9 Dicembre: dagli spazi della cultura ad una cultura degli spazi.

Lo scorso  9  Dicembre si  sono conclusi  i  lavori  della CoP, la Conferenza delle Parti,  tenutasi a Durban, SudAfrica. Anche quest’ultima conferenza, vissuta dai più senza aspettative, è stata un fallimento: nessuna decisione di limitare le emissioni e nessuna disponibilità da parte dei paesi maggiormente inquinanti a trattare su tale questione.

Fin da subito abbiamo denunciato il fatto che una conferenza di tale importanza, che prende decisioni sul clima e sulle pratiche da adottare affinchè il surriscaldamento globale non danneggi irreversibilmente l’intero ecosistema, è stata messa da parte sia dai media mainstream che all’interno degli spazi che viviamo ogni giorno, come la nostra facoltà. Continua a leggere

COP 17 – Lo stoccaggio di CO2.

Federico Di Traglia(1) e Danilo Di Genova(2)
(1)     Dipartimento di Scienze della Terra – Università di Firenze
(2)     Dipartimento di Scienze Geologiche – Università Roma Tre

 

Si è concluso il CoP17. Solite certezze sulla mancanza di democrazia e soliti dubbi sugli impegni dei governi in chiave “verde”. Il nuovo asse euro-cinese dichiara di impegnarsi nella produzione di energia da fonti rinnovabili, dimostrando di non voler cambiare rotta in termini di “stile di produzione”. Non una parola sulla quantità di energia già prodotta, del sistema di produzione fortemente centralizzato, dei settori di impiego di energia fallimentari dal punto di vista di creazione di ricchezza, benessere e salute (uno fra tutti è il ciclo dei rifiuti, [1]). Continua a leggere

COP 17 – Quattro elementi per una riflessione comune.

Quello che chiamiamo clima è per definizione la configurazione di equilibrio di un sistema complesso – dato dalla mutua interazione tra pianeta atmosfera e vita – che si è stabilita sulla Terra in miliardi di anni, un tempo impensabile per qualunque civiltà umana. La nostra stessa esistenza, come quella di qualunque altra specie vivente, non è un caso: siamo “adatti” a questo mondo perché ci siamo evoluti come specie insieme ad esso, e abbiamo avuto il tempo di farlo. Perturbando questo stato di equilibrio il sistema ne troverà un altro, ma non è per nulla detto che noi saremo adatti a questo nuovo mondo e i tempi del cambiamento, che sono quelli della civiltà industriale, non sono certo sufficienti ad una evoluzione delle specie. Continua a leggere