Quarto post – Il raccolto

Il tempo passa e i primi frutti dell’orto sono nati! I primi prodotti vengono dai fagiolini nani, una specie che cresce rapidamente e che, al contrario di molte leguminose, non necessita di supporti per arrampicarsi: questo le rende adatte ad essere coltivate anche in vasi da tenere sul balcone. Le patate che avevamo piantato sono spuntate senza nessun problema e crescono sempre più vigorose. Presto dovranno essere rincalzate (ossia bisognerà alzare il livello della terra intorno alla pianta di qualche centimetro per assicurarsi che i tuberi non fuoriescano e non siano esposti alla luce).
I pomodori cuore di bue crescono regolarmente – ormai sono alti circa un metro e mezzo – e ogni pianta porta circa 4-5 pomodori. Per coltivarli abbiamo deciso di lasciar crescere solo un tronco principale e di far crescere la pianta in altezza, in modo che i frutti maturi siano più grossi.DSC_1291
Purtroppo, però, non tutto fila sempre liscio quando si parla di agricoltura e anche nel nostro orto ci sono un po’ di problemi. In particolare i nostri legumi sono stati attaccati dagli afidi, una piaga che è difficile combattere con metodi biologici: abbiamo provato con un repellente a base di ortica, che qualche anno fa ci aveva aiutato molto, ma che questa volta non sembra aver sortito alcun effetto, forse perché quando ci abbiamo pensato gli afidi erano diventati troppo numerosi. Un altro metodo è utilizzare i loro nemici naturali, le coccinelle, e infatti ogni pianta di fagiolo e fagiolino è abitata da circa 5-6 di questi animaletti. Tuttavia gli afidi, oltre a succhiare linfa dalle piante, producono anche la melata, una sostanza dolce che attira le formiche, che cibandosene proteggono gli afidi stessi dai predatori. Per questo motivo anche il rimedio delle coccinelle non ha avuto un gran successo. Alla luce di questa esperienza ci stiamo documentando su altri repellenti biologici da utilizzare in maniera preventiva per la prossima semina. Consigli su questo argomento sono ben accetti!

Terzo giorno – l’impianto goccia a goccia

Quest’anno è pieno di novità per l’orto e tra le più incisive c’è l’impianto goccia a goccia: lavorare la terra richiede molto tempo, che non tutti possiamo dedicare, per cui il fatto di aver “automatizzato” l’irrigazione permette di dedicarci ad altri lavori, come la pulizia dalle erbacce e del maggese o la semina di altre piente, invece di passare un’ora ad innaffiare. Inoltre l’uso dell’impianto permette di dare da bere precisamente alla piante, riducendo lo spreco di acqua e il nutrimento della gramigna.

Posizioniamo l'impianto goccia a goccia a terra!

Posizioniamo l’impianto goccia a goccia a terra!

I frutti non tardano a vedersi. I legumi, piantati a gruppi di 4-5 semi, stanno crescendo tranquillamente e i fagioli nani cominciano a fiorire con piccoli fiori rosa, mentre i borlotti e i fagioli bianchi, a crescita più lenta, sono più piccoli, ma crescono anche loro di giorno in giorno. Le patate che abbiamo seminato partendo da vecchi tuberi – tagliandoli a pezzi in modo che ognuno avesse un germoglio – sono spuntate dal terreno nel giro di una settimana. Anche i pomodori, di cui abbiamo comprato le piantine, una volta trapiantati in terra e rinfrescati con dell’acqua, sono tornati vigorosi dopo un periodo di stress dovuto al trasporto e all’attesa del trapianto.
Nei prossimi giorni dovremmo seminare alcune insalate (rucola, cicoria e lattuga) oltre a cipolle e aglio.

Secondo giorno – Le compostiere

L’anno scorso abbiamo utilizzato due compostiere per raccogliere l’organico che scartavamo in casa per produrre del buon concime. Purtroppo, essendo fatte di plastica, il peso interno e il sole le hanno rovinate, per cui abbiamo dovuto ripararle con catene in modo che fungano da “cerchi di botte”.tmp_229788_541460402559811_432120566_n1405165423 Dopodiché, visto anche che l’orto è stato espanso, abbiamo aggiunto una terza compostiera (questa pre-bottificata) e preparato il tutto per l’anno nuovo: per prima cosa abbiamo scavato una buca di circa 30-40cm sotto ciascuna compostiera, in modo che il percolato non ristagni, con sopra una griglia affinché l’organico rimanga sollevato dal fondo della buca. Abbiamo poi sistemato uno strato di paglia iniziale sopra la griglia. A questo punto la compostiera andrà preparata alternando uno strato di scarto organico e uno di paglia, che rende il compost soffice, fibroso e areato.Inoltre, poiché l’orto e le compostiere si trovano all’interno di una facoltà – e dunque in uno spazio attraversato da diverse persone – abbiamo preparato un cartello con le indicazioni per la compostiere, tra cui non introdurre carne, buste biodegradabili (si eliminano lentamente e soffocano il compost) e altri prodotti che degradano troppo lentamente.

Le responsabilità di chi appoggia il Golden Rice

 Il 22 marzo è uscito un articolo sul sito de Le Scienze intitolato Le responsabilità di chi si oppone al Golden Rice, scritto da David Ropeik.[1] Nell’articolo l’autore accusa diverse organizzazioni ambientaliste – tra cui Greenpeace – di essere fautrici indirette della mancata immissione del riso GM nei paesi in via di sviluppo, e dunque di doversi ritenere responsabili della morte di migliaia di persone a causa di malattie legate alla carenza di vitamina A.
Il tema ha spinto eigenLab ad approfondire la questione e ciò che è emerso è una pressoché totale infondatezza delle tesi sostenute. Da tre anni eigenLab organizza un corso di autoformazione riconosciuto dall’Università di Pisa proprio sulle criticità legate all’uso di piante GM in agricoltura e uno dei professori, Marcello Buiatti, ordinario di genetica presso l’Università di Firenze da trent’anni, ci ha rilasciato un’intervista dove smentisce punto per punto i contenuti dell’articolo.

eigenLab: “Nella prima parte dell’articolo viene spiegato che la Syngenta, multinazionale svizzera specializzata nel mercato dei semi e dei pesticidi e impegnata nella ricerca genomica e biotecnologica, abbia ritirato il Golden Rice, “tecnicamente pronto per la coltivazione”, su pressione “dell’opposizione alla tecnologia GM”.” Continua a leggere