Incontri di autoformazione 3D

Primo appuntamento: Lunedì 16 Aprile ore 19:00 in laboratorio!

In questa foto stiamo assemblando la struttura in compensato: i pezzi ce li hanno tagliati al FabLab Genova con la loro tagliatrice laser Open Source! Una volta montato, abbiamo resinato il telaio per renderlo rigido e solido.

Come funziona la stampa 3D, e soprattutto: perché è interessante? Cosa si può fare con una stampante 3D?
Anziché comprare una stampante da assemblare, abbiamo deciso di utilizzare i progetti del modello Kodama (modificati dal FabLab di Genova) per costruirla da zero. Gli aspetti ingegneristici (meccanica, elettronica..) di questa prima fase hanno lasciato il posto agli aspetti più matematici e informatici quando la macchina è stata completata, per adattare il firmware e gestire la geometria della macchina. Una volta stabilizzato il setup della stampante si affrontano le fasi di produzione: dalla progettazione con software di modellazione 3D oppure CAD, calibrare la macchina (ad es. temperature degli estrusori, velocità dei motori, etc.), scegliere il materiale di stampa più adatto (ad es. alcune plastiche forniscono maggior resistenza meccanica mentre altri tipi permettono stampe più dettagliate) e infine stampare i pezzi e prepararli per il loro uso.

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Come ho aggiustato il mio spremiagrumi con la stampante 3D

Il mio amato e usatissimo spremiagrumi degli anni 80 un giorno ha ceduto… disperata, l’ho aperto e ho scoperto che il pezzo rotto era un pezzo meccanico di plastica, ma ottenerne uno nuovo era impossibile.

Allora ho pensato “Potrei stamparmelo con la stampante 3D ad Eigenlab?” e mi sono scaricata Openscad, un programma per disegnare in 3D.


L’idea iniziale era stampare l’intero pezzo ma era troppo alto se estruso in piedi e stampato appoggiato al piano la stampante avrebbe dovuto costruire molti supporti perché la base era rotonda.

Ho pensato quindi di costruire un pezzo che si sarebbe inserito nel componente originale tagliato, così da dover stampare meno e sfruttare la resistenza dell’originale. Dopo aver preso le misure col calibro ho fatto il progetto con Openscad, e usando lo slicer Cura l’ho stampato.


La prima stampa però non aveva le dimensioni giuste perché le misure non sono perfette al millimetro e si deve tener conto delle dimensioni del filamento di plastica estrusa: la componente superiore si infilava giusta nel suo posto, ma il buco inferiore era troppo stretto per il perno del motore.
Nel secondo tentativo ho aumentato la dimensione del buco inferiore, ma per la struttura del progetto su Openscad è aumentato erroneamente anche lo spessore della parte superiore.


Al terzo tentativo il pezzo era perfetto, il foro ospitava il perno del motore, e la metà superiore entrava nel suo alloggiamento.


Un pezzo irrecuperabile è stato sostituito da una stampa 3d e ora lo spremi agrumi da buttare funziona di nuovo!

Inaugurazione della stampante 3D autocostruita

Siamo finalmente alle fasi finali della costruzione della stampante 3D: restano da fare qualche test e gli ultimi ritocchi, ma già funziona egregiamente.

 

Domani 6 luglio dalle 17.30 in poi le porte saranno aperte a chiunque sia incuriositu da questa macchina costruita collettivamente:

  • qual’è il motivo per autocostruirsela anziché acquistarne una già pronta (a parte l’alta percentuale di genovesi nel hacklab)?
  • Perché è interessante una macchina che può stampare pezzi di ricambio per se stessa e per altre macchine?
  • Perché preferiamo i paradigmi OpenSource al turbocapitalismo?
  • È possibile riciclare la plastica? ( yes! )

 

Vi aspettiamo numeros* domani al casottino nel polo Fibonacci: stampiamo qualcosa, facciamo chiacchiere 3D aperitiveggiando, una giratina nell’orto col tramonto e la musica a far da sfondo.

day by day stampante 3D – giorno II

1- Bill Of Material

2-Incollaggio delle parti da non resinare

Nel secondo appuntamento abbiamo incollato i vari pezzi della stampante che avevamo precedentemente verniciato col flatting. 

I pezzi che abbiamo potuto incollare sono solo quelli che non dovranno essere poi passati con resina e fibra e che non fanno parte della struttura principale.  Per incollare i pezzi abbiamo usato della Vinavil e dei morsetti per tenere i pezzi attaccati  mentre la colla asciugava. Dei libri si sono rivelati ottimi per incollare i pezzi che devono rimanere a 90° fra loro.


Abbiamo riutilizzato la carta forno sulla quale avevamo fatto asciugare i pezzi verniciati col flatting per evitare che questi si appiccicassero al bancone.  Abbiamo lasciato i pezzi a asciugare ed abbiamo cominciato a riguardare il progetto per contare tutto il materiale che ancora mancava all’appello e fare una lista dei componenti e da chi prenderli. La trovate qui https://pad.eigenlab.org/p/bomstampante

day by day stampante 3D – giorno I

1- progetto, sketchup,
2- prima costruzione ad incastro e segnatura resina
3- flatting
4- inizio scrittura BOM (bills of material) con progetto

Il primo giorno, la prima cosa da fare è stata visionare con il gruppo il progetto CAD della stampante e tutti i pezzi che ci sono stati fatti da compagni e compagne del FabLab Genova.

 

Il progetto della stampante è stato disegnato in formato CAD, ed è liberamente disponibile a (aggiungere link). Purtroppo c’è stata la prima difficoltà tecnica: il progetto che stiamo usando noi (trovabile su ) è in un formato visualizzabile solo tramite il programma SketchUp, programma closed source di cui la versione Make è disponibile gratuitamente e può leggere il file. Inoltre, il programma non gira nativamente su Linux, quindi abbiamo dovuto usare una Virtual Machine per visualizzare il progetto. Il livello di dettaglio è molto elevato, e lo useremo come guida durante la costruzione.

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