Dovendo partire da zero nella costruzione di eigenOrto ci affidiamo dapprima ad un progetto cartaceo sulla forma e dimensione del terreno e stiliamo una lista di tutto ciò che è necessario comprare: una vanga, una zappa, terriccio (6 sacchi da 20 l), stallatico pellettato (20 sacchi da 20 l), argilla espansa (5 sacchi da 50 l) e infine i semi delle piante che abbiamo scelto in base alle condizioni di spazio, clima e tipo di terreno che ci sono a Pisa. La spesa totale è stata abbastanza contenuta poichè tutto il resto del materiale che ci occorre (rastrelli e vanghe grandi e piccoli, vasi, guanti da lavoro e annaffiatoio) lo abbiamo recuperato dai nostri scarti domestici.
Tag: eigenorto
Giorno 1 – Piantala di buttare gli scarti, costruisci una compostiera!
Una valida alternativa ai fertilizzanti chimici che ci rifiutiamo di utilizzare è il compost. Per ottenerlo abbiamo costruito una compostiera con materiale di recupero. Si tratta di un contenitore di base rettangolare 1×0.5×0.4 metri; la struttura portante è stata realizzata con aste di legno ed il tutto è stato rivestito di tessuto tnt nero, in modo da creare all’interno un ambiente il più possibile isolato da agenti esterni, ma allo stesso tempo traspirante. Per favorire l’ingresso di organismi utili alla fermentazione la base non è chiusa e la compostiera poggia direttamente sul terreno. Il coperchio superiore è sollevabile per facilitare l’ingresso dei rifiuti organici mentre nella parte inferiore c’è uno sportello che ci permetterà di raccogliere il compost direttamente dal fondo, per favorire un ciclo continuo di inserimento e raccoglimento durante l’anno. Ora non ci resta che aspettare!
Giorno 0 – “Vai a zappare la terra! Si, volentieri…
Nell’occupare lo spazio in Facoltà che utilizziamo per incontrarci, discutere e dare vita alle nostre idee, ci siamo resi conto della potenziale ricchezza del terreno che lo circonda. L’idea dell’orto è nata come conseguenza naturale della nostra adozione ai principi di autoproduzione e autoformazione che con eigenLab portiamo avanti.
Dopo innumerevoli discussioni sulla reale fattibilità di un orto universitario in cui ognuno di noi contribuisce con il proprio sapere e le proprie braccia, ci siamo rimboccati le maniche il progetto eigenOrto è partito.