Come realtà di movimento testimone dello svolgersi degli eventi di questi ultimi anni riteniamo ormai imprescindibile in un’analisi politica dover considerare anche il ruolo giocato da Internet e dai nuovi media nella costituzione dei rapporti sociali.
Se per McLuhan il mezzo tecnologico ed in particolare il mezzo di comunicazione era un’estensione del corpo fisico, Internet offre la possibilità di riprodurre interamente la nostra identità e quindi le nostre relazioni all’ interno di uno pseudo-luogo virtuale, somigliante e interferente con quello reale e all’interno del quale si riproducono gran parte delle dinamiche a cui siamo abituati. In quanto estensione del nostro corpo fisico, anche quello virtuale sarà quindi potenziale strumento di emancipazione e di liberazione, così come sarà soggetto alle stesse pratiche di controllo a cui siamo soggetti nella quotidianità.
I processi produttivi, i tentativi di repressione e le possibilità di lotta si riassettano davanti ad un nuovo scenario, adattandosi come possibile per proseguire, anche al di là dello schermo, le pratiche a loro affini.


È notizia di poche ore fa che la discussione su SOPA e PIPA sia stata rimandata a data da destinarsi e che i principali esponenti favorevoli a queste leggi liberticide stiano facendo i primi passi indietro. Ciò che ha portato a questo risultato è stato, da una parte, l’auto-oscuramento per protesta di molti siti mainstream, come Wikipedia, WordPress, Wired, Google, affiancati da un esercito di portali piu’ piccoli e meno conosciuti, dall’altra l’imponente mobilitazione dell’opinione pubblica. Non è da sottovalutare, poi, l’efficacia dell’attacco informatico da parte del gruppo di cyberattivisti Anonymous, scatenata dall’oscuramento di Megaupload da parte dell’FBI, a molti siti del governo USA, di major e case discografiche americane, a cui hanno partecipato anche tantissimi utenti non facenti parte del gruppo hacker.