Ogm, produzione e utilizzo in agricoltura

DIZAK, Afghanistan - ARSIC-W’s Commander’s Emergency Response Program Manager U.S. Navy Lieutenant David Williams from San Diego, Calif., checks out a villager’s poppy crop after being informed the profit for poppy was 40% greater than the profit for growing wheat in the area. Williams visited Dizak to gather information on their needs the same day the Afghan National Police and ARSIC-W Civil Affairs Team delivered humanitarian aid to the village. He plans to use CERP funds to assist the villagers in the future. ISAF Photo by US Navy Mass Communications Specialist Petty Officer 1st Class Monica R. Nelson   https://secure.flickr.com/photos/isafmedia/3276443080/

È ormai il terzo anno che eigenLab porta avanti il corso da 3 CFU di autoformazione OGM, produzione e utilizzo in agricoltura. La spinta alla creazione di questo ciclo di seminari è nata dall’esigenza di approfondire un aspetto della biologia e delle biotecnologie che viene completamente trascurato dai nostri corsi di laurea: la questione degli organismi geneticamente modificati utilizzati in agricoltura. È stato detto e scritto tanto a questo proposito, sono nati dibattiti, campagne di sensibilizzazione, petizioni. Insomma, fa parte di quegli argomenti di “dominio pubblico”, che soprattutto chi studia biologia o biotecnologie non potrà astenersi dall’affrontare, un giorno.
Quello che abbiamo notato è che l’università fornisce allo studente una mera conoscenza tecnica dell’argomento, tralasciandone gli aspetti sociali, economici e ambientali. Aspetti che, secondo noi, non sono affatto marginali, ma, anzi, costituiscono attualmente la principale spinta alla produzione e ricerca degli OGM.

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Il re gli chiese che idea gli fosse venuta in testa per infestare il mare. E quegli con franca spavalderia: “La stessa che a te per infestare il mondo intero; ma io sono considerato un pirata perché lo faccio con un piccolo naviglio, tu un condottiero perché lo fai con una grande flotta.” – De Civitate Dei, Agostino d’Ippona

Per meglio comprendere i rapporti di potere racchiusi nella grande “C” cerchiata che compare sulla maggior parte dei prodotti dell’intelletto, proviamo a ripercorrerne la storia fin dalle sue origini.

Mentre nell’antichità, anche a causa di una diffusa analfabetizzazione, raramente si è sentita la necessità di tutelare legalmente l’autore di un’opera, è in tempi abbastanza recenti e solo con l’avvento della stampa che si inizia a parlare di “diritti di copia” (copyrights).
Nell’Inghilterra del XVI secolo, a seguito dei nuovi mezzi di stampa “di massa” iniziarono a circolare documenti di ogni sorta in grandi quantità, talvolta riportando contenuti non graditi al monarchia dell’epoca. Costoro ebbero quindi la bella idea di fondare una corporazione privata – la London Company of Stationer – il cui compito era controllare i testi in circolazione per approvare soltato quelli autorizzati dal governo. Continua a leggere