L’altra faccia della spirale

Qualche tempo fa ad eigenLab abbiamo deciso di progettare e costruire una spirale aromatica.

Qual’è la differenza rispetto alla coltivazione delle stesse piante aromatiche, magari in fila, nell’eigenOrto?

Le motivazioni sono molteplici: una spirale sviluppata in altezza fa guadagnare spazio coltivabile e risorse, come l’acqua e il tempo da dedicare alla manutenzione.

Le piante, coltivate in un particolare ordine, riescono non solo a coesistere una accanto all’altra, ma anche ad aiutarsi a vicenda, sia dal punto di vista del-ben noto ai coltivatori- problema parassitario, sia per quanto riguarda l’esposizione al sole, lo spazio per le radici e l’ approvigionamento d’acqua.

Si va dalla melissa, con il suo inconfondibile profumo di agrumi, all’immancabile erba cipollina, alla salvifica aloe, all’utilissimo basilico, a tante altre erbe che vi invitiamo a scoprire (e assaggiare!) nel giardino accanto al nostro laboratorio.

 Il senso di bellezza e armonia che la spirale immediatamente trasmette crediamo non sia un caso, ma l’esemplificazione della filosofia della permacultura applicata in città; sempre più è necessario trovare un equilibrio per gestire nel modo più ecologico e sostenibile possibile ambienti antropizzati, per soddisfare i bisogni della popolazione e al tempo stesso preservare l’ecosistema. Alla base del funzionamento della spirale c’è l’assoluta biodiversità delle piante: ciò non è motivo di svantaggio, ma la loro più grande forza: le differenze servono per aiutarsi e vicenda e vivere meglio, cosa che non potrebbero fare da sole, in fila, divise le une dalle altre.

 

 

 

[…] Una società che impari dalla natura a valorizzare la biodiversità, ad intessere relazioni utili, a rigenerare se stessa, a mantenersi nel tempo e a creare reti produttive e di scambio ricche ed articolate.

“Prefazione all’edizione italiana” de Introduzione alla PERMACULTURA di Bill Mollison e Reny Mia slay

 

 

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