Abbiamo recentemente recuperato e controllato tre stampanti che sono state dismesse nonostante fossero perfettamente funzionanti o necessitavano solamente di regolare manutenzione. In ognuna ci siamo accorti che si potevano trovare ancora il toner o addirittura della carta nel cassetto!
1) Laser a colori (Canon i-SENSYS LBP5000)
Purtroppo per questa stampante non esistono driver open source, per testarla abbiamo dovuto installare i driver proprietari in ambiente Windows su macchina fisica. Fatto questo abbiamo scoperto che il dispositivo, anche se molto vecchio e abbastanza lento, è ancora funzionante e non ha avuto bisogno di manutenzione.
2) Multifunzione (Fax – Copiatrice – Stampante) laser monocromatica (Samsung SCX-4521F)
Questa multifuzione può lavorare sia collegata al computer che in maniera autonoma. Dopo alcune prove abbiamo notato che funziona tutto ma tende a prendere più di un foglio alla volta dal cassetto, causando spesso un inceppamento.
Per sicurezza l’abbiamo smontata parzialmente per verificare che non ci fossero parti rotte e/o detriti ostruenti nei meccanismi interni. Visto che nessun pezzo era visibilmente danneggiato e i meccanismi funzionavano a dovere è sorto il sospetto che fosse il rullo di trascinamento della carta (cassetto di alimentazione automatica).Il rullo di trascinamento (altrimenti noto come pickup-roller) e il pezzo che serve a separare i fogli (separation pad) sono solitamente classificati come “materiale di consumo”, cioè parti che si usurano con un normale utilizzo della stampante. Per questa ragione spesso si trovano come parti di ricambio e ad un costo molto inferiore rispetto a quello di un apparecchio nuovo (a volte anche un centinaio di euro).
Nel nostro caso per riavere la multifunzione come nuova è bastato un kit del costo di circa 10€!
3) Laser a colori (Samsung CLP-325)
La stampante, talmente nuova da essere appena uscita dal periodo di garanzia, non è molto “comunicativa”: solo un grande led rosso per indicare la maggior parte degli errori. Tramite i suoi driver (sempre in ambiente Windows) abbiamo individuato nello specifico il problema dovuto all’esaurimento del ciclo di vita del tamburo, escludendo altri problemi comuni come la mancanza di toner, inceppamenti della carta, errori dell’elettronica, etc..
Il tamburo (anche detto OPC drum) è un rullo di materiale organico ed è un componente essenziale di una stampante laser la cui durata è estremamente variabile in base al tipo e al numero di stampe effettuate, tuttavia molti produttori (tra cui Samsung) per poter trarre un maggior profitto economico preferiscono bloccare la stampante dopo un numero prefissato di pagine fino al momento della sostituzione del tamburo con uno nuovo, anziché limitarsi ad avvertire l’utente e permettere la stampa fino al reale esaurimento del drum. Questo blocco imposto è particolarmente conveniente per il produttore perché garantisce il più delle volte l’acquisto di una stampante nuova (circa 60€) o di un drum nuovo (più di 100€) da parte dell’utente, ricalcando la pratica dell’obsolescenza programmata.https://eigenlab.org/2013/11/eigenware-manifesto/
La domanda che è sorta spontanea è stata: il tamburo è ancora in condizioni perfette, è possibile far credere alla stampante che sia nuovo? Esistono dei “kit di reset” reperibili su Internet composti all’apparenza solo da una strisciolina metallica… cosa ci nasconde Samsung? Il riconoscimento del tamburo avviene tramite due semplici resistenze! Dopo averle sostituite, rimontato e riacceso il tutto (generando anche un notevole odore di bruciato https://wiki.eigenlab.org/index.php/CLP-325), il tamburo è stato riconosciuto come nuovo.
Il costo totale della riparazione è stato di 0.06€ e ci permetterà di stampare nuovamente per 24000 pagine.
Potete trovare le istruzioni per la riparazione e per l’utilizzo di una CLP-325 su Linux sul nostro wiki