Ieri mattina è stata eseguita l’ordinanza di sequestro di Spot, studentato occupato autogestito in via della Faggiola. La scelta di effettuare questo sgombero in pieno Agosto, in una città svuotata dei suoi ventimila studenti fuorisede, rivela come questa l’amministrazione universitaria preferisca ricorrere al vecchio e vile stratagemma di uno sgombero estivo, vista la propria incapacità di fornire risposte adeguate alle rivendicazioni portate avanti durante i numerosi cortei e manifestazioni che hanno attraversato quest’ultimo anno di mobilitazioni.
Siamo consapevoli del resto che questo sgombero rientra nella chiara volontà delle forze che governano questa città di vetrinizzare il centro eliminando qualunque spazio di socialità, di messa in comune e di resistenza alla crisi. Palazzo Mastiani, il Distretto 42, la rimozione dei totem del circolo Agorà e lo sgombero di Spot, riflettono la volontà di ridurre questa città ad un museo a cielo aperto da dare in pasto all’industria del turismo e alla macchina di speculazione immobiliare.
Chi paga i costi di questa miope ristrutturazione cittadina sono gli studenti, i migranti e i precari, che pagano a questa città affitti sempre più alti e forniscono ogni giorno la loro manodopera precaria e a basso costo senza che a ciò corrisponda una reale ricaduta in termini di welfare. La vecchia scusa della carenza di risorse non può continuare a reggere visto il numero di immobili ristrutturati ma vuoti: i casi di via da Buti, di Fossabanda e dell’ex convento delle Benedettine parlano chiaro.
Lo sgombero di Spot è l’ennesima conferma dell’ottusità di un’amministrazione che è solo disposta a negare reddito e a sottrarre diritti ma le lotte di questi ultimi anni ci insegnano che i diritti e il reddito vanno riconquistati dal basso. Per questo rilanciamo verso un autunno di mobilitazioni per costruire futuri altri e riprendere in mano il presente.
Tag: comunicati
Raccolta fondi per Gaza
In questi giorni Gaza è teatro di un massacro da parte di Israele, tra pochi giorni partirà una nave da Genova diretta a Gaza per portare aiuti, nello specifico, medicinali di ogni genere : antibiotici, antidolorifici, garze, siringhe, catetere, ecc… Il materiale verrà raccolto a eXploit, l’aula studio davanti al dipartimento di matematica. Se non avete medicine potete lasciare un’offerta, alla fine della raccolta chiederemo alle farmacie della zona il necessario.
Ogni aiuto che possiamo dare sarà importantissimo per la popolazione di Gaza e per la Palestina!
La raccolta si svolge dalle 11:00 alle 21:00, da oggi (23/7) fino a data da definirsi!
Per altre info scrivete nei commenti o a exploit@distruzione.org
Complici e solidali con il Laboratorio Bios!
Stamattina all’alba è stato sgomberato il Laboratorio Bios. Le forze dell’ordine hanno portato via la socialità e la produzione di saperi che quel luogo aveva ospitato, facendolo tornare vuoto, morto.
Perchè tre mesi fa, dopo 17 anni di colpevole abbandono da parte dell’INPS, uno spazio di degrado è stato riempito di vita, in una costruzione collettiva che ha riscosso un quartiere dall’apatia, riconsegnando alla cittadinanza uno spazio di crescita culturale e politica.
Comunicato di solidarietà ai compagn* del Newroz
Stamattina è stata sfondata una porta del centro sociale Newroz e qualcuno ha dato fuoco all’edificio.
Riconosciamo in questo gesto un atto vile e vergognoso, una forza meramente distruttiva che in quanto tale non può intaccare i percorsi di socialità e solidarietà che in quello spazio si generano quotidianamente.
Complici e solidali con i compagn* del Newroz!
Assemblea pubblica oggi alle 17!
Comunicato di solidarietà al Progetto Rebeldia: nessuno sgombero è uno sgombero buono!
Come eigenLab, laboratorio autogestito e spazio di condivisione e applicazione di conoscenze, non possiamo fare altro che essere al fianco di Rebeldia e del Municipio dei Beni Comuni in questa particolare e allarmante situazione.
Il terreno dell’ex-colorificio, rinato e ripopolato dopo un abbandono durato anni e destinato a durare ancora più a lungo, rischia di tornare di nuovo nel medesimo stato di abbandono per uno sgombero richiesto da chi, di quel posto, poco si è curato e poco si cura tuttora.
Sosteniamo la resistenza di Rebeldia e del Municipio dei Beni Comuni, augurandoci che possa ancora colorare questa città sempre più spenta dal grigiore dell’amministrazione FIlippeschi: non possiamo accettare la restrizione degli spazi di produzione e condivisione del sapere e della cultura, né che questa avvenga tramite uno sgombero.