Dalle marachelle alle intimidazioni

“Ho scoperto l’altro giorno che potevo chiedere di staccarvi la corrente, quindi l’ho fatto”. Così gongolava, ormai un anno e qualche mese fa, con spavalda soddisfazione l’illuminatissimo rettore Paolo Maria Mancarella, commentando l’episodio del distacco della corrente al casottino di eigenLab davanti a due rappresentanti degli studenti di scienze. Allora allibimmo per questa infantile arbitrarietà della disposizione del potere del rettore della nostra università. I mesi a venire ci avrebbero riservato ben altre dimostrazioni di questa abissale ottusità.
 
La lista delle marachelle del Magnifico è lunghissima ed è stata via via documentata [1,2,3]: ricordiamo solo le ultime dell’estate quando ha deciso di consegnare la diffida legale per un cineforum in università ad alcuni studenti eletti negli organi di rappresentanza, alludendo a un’inesistente responsabilità legale di questi ultimi. In quella occasione il rettore ha ordinato al personale di portineria di condurre per suo conto una crociata contro i volantini e la realizzazione dell’evento, e ha intimidito i dipendenti della ditta che si occupa della custodia dell‘aula studio Pacinotti, dispiegando un atteggiamento autoritario e oppressivo. Ci asteniamo dal commentare ulteriormente, dato che l’episodio in sé la dice lunga sulla considerazione che questo individuo ha della dignità delle mansioni di lavoro di quelli che considera i suoi sottoposti.
 

Sempre durante quest’estate il Magnifico ha ordinato la chiusura del cancello che separa il giardino ove giace il casottino di eigenLab dal resto del polo Fibonacci, imponendo gli stessi orari di quello che separa lo stesso giardino dal Pacinotti, ovviamente senza cercare prima alcuna interlocuzione con gli/le student*. Il motivo della chiusura è la “sicurezza” (non si capisce e non è dato sapere per il bene di chi o cosa), e al solito a dover interagire con gli/le student* sono le signore della portineria del polo, con le quali solidarizziamo per essere state messe in questa incresciosa situazione, solo perché questo rettore non essendo in grado di comunicare decide di delegare il lavoro sporco a chi non può rifiutare.
Negli scorsi giorni sono tuttavia apparse tante catene a tenere aperto il cancello che il rettore voleva vedere chiuso, a testimonianza del fatto che quello spazio, quella zona verde che separa il polo Fibonacci dall’aula studio Pacinotti, è tutt’altro che morto, ed è e continuerà a essere di chi lo attraversa [4].
 
Nonostante questo, la crociata del Magnifico nelle ultime settimane sta veramente spingendosi verso orizzonti impensabili. Dopo il distacco dell‘energia elettrica al casottino, eigenLab hlanciato una raccolta fondi per comprare il materiale necessario all’installazione di un piccolo impianto fotovoltaico [5], e tale campagna non è sfuggita all’occhio vigile (per queste questioni) del nostro caro rettore-censore, che ha ben pensato di iniziare un’offensiva contro il ragazzo che ha messo a disposizione un conto col suo nome per ricevere le donazioni: prima è stato chiamato in questura per rispondere a domande riguardo al progetto e ad eigenLab (ipotizziamo anche su indicazioni/pressioni del rettore tramite l’Avvocatura di Ateneo), poi, constatata l’improcedibilità per vie legali, è stato aperto nei suoi confronti un provvedimento disciplinare dall’Università di Pisa volto a punirlo per un fatto insussistente.

foto da http://www.riscattopisa.it/

 

Superfluo dirlo, Paolo Maria Mancarella questa volta ha davvero esagerato: ci aveva sorpreso che nelle sue giornate piene di noia potesse trovare sollazzo nell’ostacolare gruppi ed attività autogestite mandando diffide a chiunque organizzasse qualcosa di interessante in università (a proposito, se non sapesse più cosa inventarsi può sempre provare questo generatore automatico di diffide [6]), però arrivare a pensare che danneggiare la carriera di un dottorando possa essere una strategia intelligente per minacciare implicitamente gli “elementi di disturbo” spingendoli a desistere è veramente incredibile.
Oltretutto, al netto dell’inconsistenza delle accuse, troviamo semplicemente paradossale che questo tentativo di bloccare un progetto basato sulle energie rinnovabili avvenga proprio nei giorni in cui è in corso il terzo sciopero globale per il clima, al quale ha aderito anche l’Università di Pisa; stupisce anche l’ipocrisia dell’atto alla luce delle dichiarazioni [7] che il rettore, non più tardi di 4 mesi fa, aveva fatto in proposito in occasione della precedente giornata di sciopero globale per il clima.
Qualsiasi cosa lo infastidisca dell’esperienza che portiamo avanti, evidentemente preferisce non dirla vis-à-vis, non esprimersi: probabilmente sa bene che politicamente il suo operato è imbarazzante. Il rettore però non esita ad agire di forza, intimidendo non solo i dipendenti del proprio ateneo, ma anche i propri studenti (agendo peraltro di nascosto), negando non solo il dialogo ma anche il più banale diritto ad essere informati su ciò che succederà al giardino del Fibonacci e a chi lo frequenta.
Se quello che scriviamo non corrispondesse a verità invitiamo il Magnifico a comunicare pubblicamente i motivi della sua repressione non mediata, e per la prima volta in tutta questa storia assumersi la responsabilità politica delle sue decisioni: non ci aspettiamo tuttavia che la nostra richiesta sia soddisfatta, d’altronde più volte ha dimostrato di non essere il tipo da prendere posizioni pubbliche in generale, forse ha paura di mostrare la sua totale incapacità di analisi.
Ma a questa spavalda arroganza noi rispondiamo che Mancarella tra tre anni – o forse anche meno, viste le recenti dimissioni di funzionari/e dell’università [8] – non sarà più rettore e le sue manie di controllo, le sue diffide e i suoi deliri di comando serviranno a colorire gli aneddoti di un tristissimo mandato, non a caso contemporaneo di un’altrettanto infelice stagione politica.
Quelle e quelli che resisteranno ai Mancarella di turno saranno, invece, sempre lì a organizzare cineforum, dibattiti, creare conoscenza e costruire barricate contro la stupidità del potere.
Per questo ora più che mai è diventata una necessità resistere e combattere per proporre un’alternativa alla desertificazione umana e culturale del nostro tempo, costruire un nuovo protagonismo del presente, creando spazi di aggregazione e socialità, ribellandosi alla repressione e combattendo le idee di morte che stanno scarnificando la nostra società.
Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Facci vedere che sei uman@! Time limit is exhausted. Please reload the CAPTCHA.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.