Gli amici di FabLab Genova[1] hanno costruito una stampante 3D e hanno deciso di metterla a disposizione per realizzare quella che sarà presto ad eigenLab[2]. Quindi nelle prossime settimane ci dedicheremo all’assemblaggio definitivo. Con l’idea di ampliare gli spazi di condivisione e autoformazione vorremmo rendere questo momento aperto a chiunque volesse partecipare.
Per noi questo progetto significa creare comunità e fare autoformazione attorno a una tecnologia potente. Si tratta di uno strumento che permette di espandere la possibilità di pensare e attuare nuove idee all’interno del laboratorio, o di realizzarne alcune fino ad ora impossibili, costruendo nuovi strumenti. È la possibilità per chiunque di concretizzare un qualsiasi progetto estrudibile in ABS, di riparare o sostituire un pezzo in plastica della lavatrice, oppure costruire un’altra stampante 3D.
La stampante 3D, però, non è semplicemente uno strumento che incrementa esponenzialmente le capacità immaginative o attuative per i progetti, e non è solo un affascinante esempio di riproduzione e replicazione postumana. Essa è l’esplicitazione della possibilità di svincolare linguisticamente i nostri progetti e le nostre idee dal concetto di merce, la fuoriuscita da quella morsa logica che il capitale mette in atto per comprimere qualsiasi oggetto o azione nell’idea di merce e nella dinamica della produzione. Il valore di un “prodotto” stampato in 3D è molto più di tipo informativo che commerciale, dato che viene direttamente dall’idea di chi lo ha progettato, e incarna un processo condiviso, aperto e in costante evoluzione.
È con questo spirito che vorremmo portare avanti questo progetto: vogliamo che ogni utilizzo di questo strumento abbia come risultato quello di aver reso più liberi e felici i corpi e le idee, più aperta la conoscenza[3], e che sia al contempo un atto di riappropriazione e liberazione dei nostri linguaggi dal capitale. Dunque, ogni progetto realizzato con questo strumento non può che essere aperto e condiviso, ogni realizzazione attraverso di esso non può che costituire un elemento liberante per tutt*.
Per chiunque volesse partecipare alla realizzazione, appuntamento condiviso:
giovedì 9 febbraio, ore 21,00
sede (casottino) di eigenLab, giardino del Polo Fibonacci
[2] Si tratta di una RepRap: un progetto comunitario di stampante 3D libera e ideata per potersi replicare per mezzo di se stessa. Per più informazioni sulla filosofia che caratterizza il progetto, fai riferimento al wiki ufficiale
[3] L’idea è quella di sottoporre a una licenza libera tutti i progetti che passano per il laboratorio. Per più informazioni su licenze libere e open access guarda qui qui e qui