Un anno fa abbiamo iniziato ad interessarci alla produzione del vermicompost nel nostro orto, ma come ogni esperienza sul campo ci sono stati sviluppi positivi e negativi. Durante l’estate scorsa, seguendo le indicazioni del centro di Lombricultura, una volta a settimana mettevamo nella scatola dei lombrichi parte dei rifiuti organici già fermentati per una settimana nella compostiera.
Purtoppo per errore abbiamo messo nella lombrichiera del compost ancora troppo fresco, che quindi ha continuato a fermentare dentro la scatola.
Il processo di produzione del compost infatti, prevede la degradazione dei rifiuti vegetali da parte di batteri e altri microorganismi che traggono energia dalle macromolecole presenti all’interno dei vegetali stessi (amidi,zuccheri, cellulosa…): questo processo prevede l’aumento di temperatura della massa compostata, nel momento in cui i batteri sono al lavoro e la loro popolazione aumenta. Ma è proprio questo troppo aumento di calore che ha dato fastidio ai lombrichi, che sono usciti dalla scatola bucando il fondo di cartone e distribuendosi nel terreno circostante.
Fortunatamente avevamo costruito una recinzione più grande intorno alla scatola e inizialmente avevamo fatto fermentare lì del compost prima di costruire le compostiere; per questo i nostri lombrichi hanno trovato quel vecchio cumulo di terra molto accogliente, tanto da sistemarsi là dentro e non fuoriuscire finendo nell’orto.
Abbiamo scoperto questa fuga dei lombrichi solo qualche settimana dopo l’errore: mentre mettevamo il nuovo compost abbiamo notato che i lombrichi diminuivano continuamente di numero mentre allo stesso tempo aumentava la presenza di alcune larve bianche.
Dopo un primo momento in cui abbiamo sospettato che le larve si fossero mangiate i lombrichi, con numerose ricerche su internet abbiamo scoperto che queste appartenevano alla specie di mosca “soldato nero” (Hermetia illucens), insetto che non è in competizione con i lombrichi e ha la stessa funzione di accellerazione del processo di trasformazione del compost in terreno, anche se rende quest’ultimo meno buono rispetto al vermicompost.
Il soldato nero viene anche utilizzato negli impianti di compostaggio e di smaltimento dei rifiuti, all’interno dei quali svolge un utile ruolo nella riduzione della massa e del carico inquinante dei rifiuti stessi [1].
Ora abbiamo una lombrichiera di 2×3 metri dove viene versato il compost quando è sufficentemente fermentato. Abbiamo coperto il cumulo con un tessuto traforato per aumentare l’ombra e l’umidità e tra qualche mese la parte più bassa del cumulo di terra sarà un ottimo vermicompost utilizzabile come fertilizzante nei filari o nei vasi. Intanto il terriccio creatosi dentro la vecchia scatola dei lombrichi è pronto e può essere utilizzato!
[1] https://www.cals.ncsu.edu/waste_mgt/smithfield_projects/phase2report05/cd,web%20files/A2.pdf