Il Laboratorio Terre Resistenti vuole parlare di t/Terra. Terra come nodo essenziale in cui temi sociali ed ambientali si intrecciano, in cui è imprescindibile coniugare la tutela del territorio e del paesaggio della salubrità della vita con la difesa dei diritti e della dignità dei lavoratori agricoli, in cui la salvaguardia dei beni naturali e la biodiversità è immediatamente ricerca di nuove forme di produzione, distribuzione e consumo.
A partire proprio da queste considerazioni riteniamo inaccettabile l’antitesi tra produttore e consumatore che ci viene imposta dalla grande distribuzione: pensiamo che questa contrapposizione debba essere trasformata piuttosto in una sinergia costruttiva che porta inevitabilmente a scegliere la filiera corta, non solo per seguire un trend, ma soprattutto perché permette di intessere nuove relazioni di reciproco scambio e conoscenza tra compratori e produttori. Un nodo da scogliere con due mani, attraverso pratiche di lotta e di proposta, di critica e di progetto. Se con una mano vogliamo fermare i processi di sfruttamento della terra e di chi la lavora, con l’altra vogliamo costruire alternative ecologiche e sostenibili, cercando di superare l’attuale modello di sviluppo.
Vogliamo costruire legami di mutualità tra mondo urbano e mondo rurale, tra chi ogni giorno tramite il proprio lavoro partecipa alla produzione nella città e nella campagna ma viene separato da ciò che produce ed escluso dalle scelte produttive.
Vogliamo determinare cosa, come e dove si produce attraverso il confronto pubblico e le decisioni condivise, per rovesciare un modello economico e politico in cui i vantaggi economici sono per pochi mentre i rischi ambientali sono a carico della comunità.
Riteniamo che è solo attraverso il processo di trasformazione da terra comune a terra privata che siamo separati dal suolo che calpestiamo, o come la parola suggerisce, siamo privati di qualcosa che è luogo di vita e di lavoro e non può che appartenere alla comunità.
Insieme alla terra vogliamo riappropriarci di saperi e conoscenze, che proprio come il suolo sono stati recintati ed impoveriti. Ci proponiamo come laboratorio di autoformazione, in cui teoria e prassi sono in un rapporto circolare e nuove pratiche possono generare nuove idee e viceversa.
Ci mettiamo in cammino, come laboratorio Terre Resistenti, partendo innanzitutto da quelle esperienze concrete che portiamo avanti nei nostri territori e nei nostri spazi sociali. Dalla partecipazione ai tanti movimenti e comitati per la difesa dei beni comuni e per la salubrità della vita, per riprendere in mano le decisioni che vengono imposte ai nostri territori. Dai gruppi di acquisto solidali, alle osterie e gli orti sociali che stiamo realizzando nei centri sociali, una serie di progetti attraverso i quali fomentare circuiti di produzione, distribuzione e consumo alternativi e indipendenti, in cui si torni a mettere al centro la qualità e la dignità del lavoro dei piccoli produttori e del cibo che mangiamo. Ci mettiamo in cammino con lo sguardo rivolto alla terra, al mondo agricolo, in cui cominciamo ad intravedere ed immaginare una una possibile via di uscita dalla crisi economica, sociale ed ecologica, attraverso la ricerca di nuove forme di lavoro e cooperazione sociale.