Giugno-luglio 2022 – “post” pandemia, la repressione è quello che resta.

 Dopo più di due anni completamente distopici – in cui abbiamo avuto modo di vivere e comprendere vari livelli di difficoltà e sofferenze causate dalla pandemia – anche alcun student* finalmente reagiscono a questa restituzione illusoria della nuova “normalità”.

 

È innegabile che già in tempi non sospetti, cioè di pre pandemia, si vivesse un clima non proprio accomodante nei confronti di student e di iniziative studentesche all’interno dei locali dell’università.
Gli stessi locali che non avrebbero ragione di esistere, senza student.
Come dimenticare l’interminabile “era delle diffide”, in cui il Magnifico Rettore PAOLO MARIA MANCARELLA – in piena linea con la giunta comunale leghista – ha avuto la sfacciataggine di diffidare (per interderci si è preso la briga di inviare fisicamente delle diffide in forma scritta a vari collettivi, associazioni etc) per le più svariate e pericolosissime attività proposte da student: cineforum, aperitivi e addirittura dannosissime assemblee all’interno dell’università.
diffidati

ANCHE QUEST’ANNO NE AGGIUNGIAMO DUE ALLA COLLEZIONE! (a breve gli aggiornamenti)

Il tutto accompagnato dall’apparizione di nuovi cancelli per delimitare spazi autogestiti e autonomi e dalla totale mancanza di comunicazione con le stesse realtà – riconosciute e a tratti persino in collaborazione con l’università negli anni precedenti.
Ovviamente utilizzando la classica scusa della sicurezza.

 

Sembrava però che due anni di chiusura totale – su cui è meglio non soffermarsi in termini di gestione dell’emergenza e della regolamentazione degli spazi universitari – avessero quantomeno contribuito a “distrarre” il Magnifico (che casualmente e tristemente si avvicina alla fine del suo interminabile mandato…).
Questa breve ma intensa distrazione ha permesso finalmente a student, collettivi e associazioni di rivivere e rivendicare quello che l’università pubblica dovrebbe essere: un luogo di crescita, scambio, socialità, stimoli.
Non una serie asettica di edifici frequentati per collezionare esami e subire tonnellate di nozioni.
Ed ecco che proprio in un momento di coscienza e rivalutazione delle esigenze di tutt, riemerge la solita vecchia repressione.

 

eigenLab – prefabbricato abbandonato e occupato nel 2011 all’interno del polo Fibonacci – ex hacklab che il Magnifico già prima della pandemia aveva abbondantemente preso di mira pluri-diffidando e soprattutto staccando la corrente; si è reso autonomo tramite un lungo percorso di auto formazione e l’installazione di un impianto fotovoltaico.
Tutto ciò mentre lo stesso Magnifico straparla di sensibilizzazione sulle tematiche ambientali peccando del consueto green washing (…)
Incredibilmente, quest’atto di rivalsa compiuto da* student*, è passato quasi inosservato proprio per le motivazioni sopra citate: disattenzione a causa della pandemia e imminente scadenza del mandato del Magnifico.

Ad oggi, forte della nuova identità conquistata, eigenLab osa offrire a student e alla città alternative formative e ricreative all’interno dell’università.
Si spazia da workshop di varia natura a eventi musicali, tornei di ping pong e scacchi, giornate orto e cineforum all’aperto.
Già nel mese di maggio sono riemerse le antiche, ma mai acerbe problematiche.
Nel bel mezzo di eventi organizzati ci sono state visite inaspettate: grazie all’intervento della polizia municipale e della globo, è stata restituita alla città la tranquillità perduta sedando un temibilissimo torneo di ping pong all’aperto accompagnato da un live-painting e un “aperiQUEER” – evento musicale senz’altro ricreativo – ma pensato anche per sensibilizzare student e non sugli argomenti di genere e di orientamento sessuale.
In ultimo, il 22, 23, 24 e 25 giugno, proprio in occasione di una rassegna cinematografica completamente gratuita e autogestita – svoltasi sempre nel giardino di eigenLab – si sono verificati ripetuti interventi della globo, con annesse minacce e abusi di potere.
Inoltre, ad oggi, si vedono nuovi impianti per l’installazione di telecamere con lo scopo di intimorire tutte le persone che osano frequentare lo spazio. È cosi che si ricade sempre di più nelle squallide dinamiche di controllo.

 

È questa l’università pubblica che paghiamo.
Sono questi i valori che vogliono inculcarci: sicurezza, norme e burocrazia.
Il tutto con lo scopo di rimanere chiusi o immobili perché – come la pandemia ci ha insegnato – in alcuni casi è risultato molto più comodo.
È comodo infatti aver dimezzato tutti gli spazi universitari aumentando le tasse, è comodo che molt student abbiano perso le borse di studio non avendo avuto adeguate agevolazioni per la pandemia.
È altrettanto comodo ostacolare progetti liberi e spontanei, senza fornire alcuna alternativa.

 

In questo panorama di repressione, eigenLab è uno dei pochi spazi orizzontali che resiste offrendo eventi, laboratori e attività organizzati dal basso con lo scopo di restituire l’università agli student e alla città.