Il tempo passa e i primi frutti dell’orto sono nati! I primi prodotti vengono dai fagiolini nani, una specie che cresce rapidamente e che, al contrario di molte leguminose, non necessita di supporti per arrampicarsi: questo le rende adatte ad essere coltivate anche in vasi da tenere sul balcone. Le patate che avevamo piantato sono spuntate senza nessun problema e crescono sempre più vigorose. Presto dovranno essere rincalzate (ossia bisognerà alzare il livello della terra intorno alla pianta di qualche centimetro per assicurarsi che i tuberi non fuoriescano e non siano esposti alla luce).
I pomodori cuore di bue crescono regolarmente – ormai sono alti circa un metro e mezzo – e ogni pianta porta circa 4-5 pomodori. Per coltivarli abbiamo deciso di lasciar crescere solo un tronco principale e di far crescere la pianta in altezza, in modo che i frutti maturi siano più grossi.
Purtroppo, però, non tutto fila sempre liscio quando si parla di agricoltura e anche nel nostro orto ci sono un po’ di problemi. In particolare i nostri legumi sono stati attaccati dagli afidi, una piaga che è difficile combattere con metodi biologici: abbiamo provato con un repellente a base di ortica, che qualche anno fa ci aveva aiutato molto, ma che questa volta non sembra aver sortito alcun effetto, forse perché quando ci abbiamo pensato gli afidi erano diventati troppo numerosi. Un altro metodo è utilizzare i loro nemici naturali, le coccinelle, e infatti ogni pianta di fagiolo e fagiolino è abitata da circa 5-6 di questi animaletti. Tuttavia gli afidi, oltre a succhiare linfa dalle piante, producono anche la melata, una sostanza dolce che attira le formiche, che cibandosene proteggono gli afidi stessi dai predatori. Per questo motivo anche il rimedio delle coccinelle non ha avuto un gran successo. Alla luce di questa esperienza ci stiamo documentando su altri repellenti biologici da utilizzare in maniera preventiva per la prossima semina. Consigli su questo argomento sono ben accetti!
Categoria: orto 2014
Terzo giorno – l’impianto goccia a goccia
Secondo giorno – Le compostiere
L’anno scorso abbiamo utilizzato due compostiere per raccogliere l’organico che scartavamo in casa per produrre del buon concime. Purtroppo, essendo fatte di plastica, il peso interno e il sole le hanno rovinate, per cui abbiamo dovuto ripararle con catene in modo che fungano da “cerchi di botte”. Dopodiché, visto anche che l’orto è stato espanso, abbiamo aggiunto una terza compostiera (questa pre-bottificata) e preparato il tutto per l’anno nuovo: per prima cosa abbiamo scavato una buca di circa 30-40cm sotto ciascuna compostiera, in modo che il percolato non ristagni, con sopra una griglia affinché l’organico rimanga sollevato dal fondo della buca. Abbiamo poi sistemato uno strato di paglia iniziale sopra la griglia. A questo punto la compostiera andrà preparata alternando uno strato di scarto organico e uno di paglia, che rende il compost soffice, fibroso e areato.Inoltre, poiché l’orto e le compostiere si trovano all’interno di una facoltà – e dunque in uno spazio attraversato da diverse persone – abbiamo preparato un cartello con le indicazioni per la compostiere, tra cui non introdurre carne, buste biodegradabili (si eliminano lentamente e soffocano il compost) e altri prodotti che degradano troppo lentamente.
Primo giorno – eigenOrto
Anche quest’anno sono cominciati i lavori per l’eigenOrto e con nuove tecnologie dalla nostra parte: l’impianto goccia a goccia e la rotazione dell colture.
Per realizzare il primo abbiamo acquistato tubi, tubicini, snodi e rubinetti – una spesa di circa 170 euro – per coprire una superficie di 60mq (12 filari con 10 piante ciascuno) con un sistema a pettine e abbiamo avuto cura che si potessero escludere certe parti dell’orto all’occorrenza grazie a un sistema di rubinetti, così da innaffiare solo le zone interessate. L’impianto ci permetterà di risparmiare il tempo altrimenti speso a innaffiare a mano e ridurrà la quantità di erbacce, poiché l’acqua verrà data unicamente a ortaggi e legumi.
Per gestire la rotazione delle colture, che favorisce i processi nutritivi del terreno – e quindi delle piante – abbiamo optato per il modello triennale. Questo metodo prevede che la terra disponibile venga divisa in tre parti: una a ortaggi (patate, peperoni, pomodori, zucchine, ecc), una a legumi (piselli, fave, fagioli, ecc) e una a maggese (viene lasciata incolta oppure viene coltivata con erbe da foraggio che servono da nutrimento per animali e al contempo arricchiscono il terreno, come, ad esempio, il trifoglio), coltivate ciclicamente secondo l’ordine legumi->ortaggi->maggese. Il vantaggio di questo modello è che i legumi favoriscono lo sviluppo di colonie di batteri azotofissatori simbionti che vivono nelle radici e che trasformano l’azoto molecolare in composti azotati utili alla fertilità del terreno. Questi composti verranno poi utilizzati dagli ortaggi che verranno coltivati su quel terreno al ciclo successivo.
Poiché l’appezzamento di terra di cui disponiamo non è molto ampio, abbiamo cominciato estendendo il terreno coltivabile di altri 25-30mq, sottraendolo alla gramigna rossa, un’erba infestante difficile da estirpare, poiché si spezza facilmente e può ricrescere da qualunque troncone di radice. Continua a leggere