“IL LUPO PERDE IL PELO, MA NON IL VIZIO” – Sulle diffide, 2022

 

Finalmente, dopo un “tremendo” silenzio assenso regalatoci dal Magnifico REttore, ecco che torniamo ad esistere collezionando – sotto forma di saldo primaverile/estivo – una nuova (ma non troppo!) coppia indimenticabile di DIFFIDE.

Si sa, le vecchie abitudini sono difficili da scardinare: il Magnifico, come un tabagista che non riesce a rinunciare alla nicotina, non può fare a meno di diffidare le solite deleterie attività (organizzate da student*) che non sono «finalizzate a realizzare gli scopi istituzionali dell’Ateneo».

DIFFIDA N°1 – 23/06/2022

Le attività imputate:

  • «gli addetti al servizio di portierato presso le aule studio Pacinotti venivano informati e riscontravano che il lucchetto del cancello che collega l’Area Pontecorvo con l’Area delle aule studio era stato tagliato, notando altresì un cavo elettrico che partiva da un gazebo presente nell’area esterna del Pacinotti e giungeva al giardino adiacente all’edificio E dell’Area Pontecorvo;»

Qui si allude, senza alcuna prova evidente, che sia eigenLab l’autore del misfatto; il crescente afflusso di student e non, però, dimostra l’effettiva esigenza comune di riaprire il passaggio tra il Polo Fibonacci e l’aula studio Pacinotti creando un’area unica e connessa– com’era prima della pandemia.

Riguardo il cavo elettrico collegato al gazebo del giardino del Pacinotti (e quindi dell’università); va riaffermato con forza che è una scelta obbligata.
Scelta nata a causa della fanatica presa di posizione di qualche anno fa del sopracitato Magnifico: l’interruzione improvvisa della fornitura di elettricità al casottino di eigenLab.

Ricordiamo che eigenLab non ha mai avuto alcun problema di comunicazione e/o convivenza con “vicin*” all’interno del dipartimento, né tantomeno con student e anzi, sono stati tanti (finché lo spazio non è stato palesemente ostacolato) i momenti di collaborazione e scambio con la stessa Unipi.

Ad oggi, se eigenLab continua ad esistere come spazio universitario vissuto ed attivo, che autodeterminandosi riesce ad offrire eventi ed attività gratuiti per student e non, non è assolutamente merito dell’università di Pisa;

ma solo grazie ad un impianto fotovoltaico che, dopo alcuni anni di auto formazione, è stato installato ai fini di raggiungere l’indipendenza energetica – vista l’ovvia volontà dell’università di far morire lo spazio.

La diffida prosegue:

  • «che nel suddetto giardino venivano trovate molte persone radunate per una serata “cinema” all’aperto, organizzata abusivamente da EigenLab, come da volantino allegato»

La rassegna è obiettivamente esistita ed è durata quattro giorni, la selezione cinematografica è stata votata e scelta da tant student, tentando di essere il più possibile inclusiva, completamente gratuita e autofinanziata.
Un evento, quindi, che non dovrebbe essere descritto con delle virgolette sbeffeggiative, che è atto anche a far focalizzare l’attenzione su tematiche sensibili e rilevanti.

DIFFIDA N° 2 – 30.06.2022

  • «un “concerto” all’aperto nella notte tra il 18.06.2022 ed il 19.06.2022, organizzato abusivamente da EigenLab e protrattosi ben oltre le ore 5:00 del mattino; attività non autorizzata dall’Ateneo»

L’evento in questione, si è svolto nel giardino di eigenLab (che ricordiamo essere libero e aperto a tutt) da un altro gruppo di ragazz (dunque non è legato al casottino di eigenLab.)

In ogni caso, il “concerto” all’aperto di cui si parla nel documento, è una semplice jam-session aperta e partecipata, protrattasi per molte ore anche in acustico.

  • «questa Amministrazione Universitaria è venuta a conoscenza della programmazione da parte di EigenLab, per la serata di Venerdì 01.07.2022 di un’ulteriore evento musicale dal titolo “Roots and Culture Openair Edition”, che si svolgerà sempre nella medesimo luogo (area che collega il Polo Pontecorvo con la Sala Studio Pacinotti), con durata prevista dalle ore 19.00 alle ore 01.00 del 02.07; come da volantini che si allegano e comunque reperibili sulla pagina Facebook di EigenLab»

Anche in questo caso, eigenLab si dichiara colpevole:

colpevole di aver offerto a chiunque di partecipare ad un evento gratuito di musica reggae all’interno dell’università. Uno stile musicale che storicamente nasce per affrontare problematiche sociali, che promuove messaggi di fratellanza e di pace.

  • «che dalla descrizione dell’evento (Cfr. all. 1 p. 4 e 6), si apprende che nel corso dello stesso saranno svolte anche attività collaterali che prevedono lo scambio di beni e/o servizi contro prezzo quali cessione di alcolici, prodotti agricoli»

L’ultimo punto, non per importanza, si sofferma su un dettaglio decisamente non trascurabile:

oltre ad aver offerto bevande a prezzo decisamente troppo basso (come ben sappiamo il Magnifico non è abituato a venire incontro alle esigenze d* student),
eigenLab ha osato esporre un banchetto (ad offerta libera) che definire illegale è poco, con rosmarino ed aglioni del nostro orto – sempre nella medesima area discriminata «(area che collega il Polo Pontecorvo con la Sala Studio Pacinotti)» cioè l’eigenOrto: uno dei pochi orti presenti all’interno dell’università, l’unico autogestito e aperto a tutt*.

Eppure proprio il nostro amato Rettore, si dichiara sensibile alle tematiche green, sono tanti gli esempi a dimostrarlo: pochi mesi fa è stato fatto “un brindisi con acqua pubblica per dire addio alla plastica” e sono state fornite 10.000 nuove borracce per matricole e non, ci sono stati incontri come “La sostenibilità è una cosa seria”… eppure il nostro caro orto – proprio all’interno della stessa università – è stato ostacolato e chiuso ripetute volte (con opinabili risultati).

Alla luce di ciò, abbiamo deciso di rispondere (si spera per l’ultima volta) al nostro fedele amico di penna.

Illustrissimo Rettore Prof. Paolo Maria Mancarella;
ci rendiamo conto che questi anni di distacco e chiusure a causa della pandemia sono stati durissimi, sappiamo che ha sentito la nostra mancanza e che, effettivamente, un rapporto come il nostro non poteva finire così… “nel buio”.

EigenLab per quanto sopra premesso,

DIFFIDA

il REttore Prof. Paolo Maria Mancarella dalle diffide,

INVITA

nuovamente il Rettore Prof. Paolo Maria Mancarella ad instaurare un rapporto più sano e civile con student, senza ostacolare i progetti spontanei, indipendenti e genuini che nascono all’interno della “sua” università e soprattutto senza ricorrere alle semplici e banali vie legali,

SIGNIFICA

che eigenLab declina da ogni forma di merito il suddetto Rettore per la realizzazione di laboratori ed eventi inclusivi e gratuiti svoltisi in tale area,

FA PRESENTE CHE

come dimostrato in passato, i ripetuti tentativi di chiudere il nostro spazio, resteranno vani.

EigenLab è un ex hacklab autogestito e si pone come spazio safe, aperto, queernerd e transfemminista; sulla base di ciò rivendica la sua esistenza e la sua identità.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                              eigenLab

Per leggere il testo originale delle diffide clicca sui seguenti link:

Diffida eigenLab 23.06.22
Diffida eigenLab 30.06.22

Giugno-luglio 2022 – “post” pandemia, la repressione è quello che resta.

 Dopo più di due anni completamente distopici – in cui abbiamo avuto modo di vivere e comprendere vari livelli di difficoltà e sofferenze causate dalla pandemia – anche alcun student* finalmente reagiscono a questa restituzione illusoria della nuova “normalità”.

 

È innegabile che già in tempi non sospetti, cioè di pre pandemia, si vivesse un clima non proprio accomodante nei confronti di student e di iniziative studentesche all’interno dei locali dell’università.
Gli stessi locali che non avrebbero ragione di esistere, senza student.
Come dimenticare l’interminabile “era delle diffide”, in cui il Magnifico Rettore PAOLO MARIA MANCARELLA – in piena linea con la giunta comunale leghista – ha avuto la sfacciataggine di diffidare (per interderci si è preso la briga di inviare fisicamente delle diffide in forma scritta a vari collettivi, associazioni etc) per le più svariate e pericolosissime attività proposte da student: cineforum, aperitivi e addirittura dannosissime assemblee all’interno dell’università.
diffidati

ANCHE QUEST’ANNO NE AGGIUNGIAMO DUE ALLA COLLEZIONE! (a breve gli aggiornamenti)

Il tutto accompagnato dall’apparizione di nuovi cancelli per delimitare spazi autogestiti e autonomi e dalla totale mancanza di comunicazione con le stesse realtà – riconosciute e a tratti persino in collaborazione con l’università negli anni precedenti.
Ovviamente utilizzando la classica scusa della sicurezza.

 

Sembrava però che due anni di chiusura totale – su cui è meglio non soffermarsi in termini di gestione dell’emergenza e della regolamentazione degli spazi universitari – avessero quantomeno contribuito a “distrarre” il Magnifico (che casualmente e tristemente si avvicina alla fine del suo interminabile mandato…).
Questa breve ma intensa distrazione ha permesso finalmente a student, collettivi e associazioni di rivivere e rivendicare quello che l’università pubblica dovrebbe essere: un luogo di crescita, scambio, socialità, stimoli.
Non una serie asettica di edifici frequentati per collezionare esami e subire tonnellate di nozioni.
Ed ecco che proprio in un momento di coscienza e rivalutazione delle esigenze di tutt, riemerge la solita vecchia repressione.

 

eigenLab – prefabbricato abbandonato e occupato nel 2011 all’interno del polo Fibonacci – ex hacklab che il Magnifico già prima della pandemia aveva abbondantemente preso di mira pluri-diffidando e soprattutto staccando la corrente; si è reso autonomo tramite un lungo percorso di auto formazione e l’installazione di un impianto fotovoltaico.
Tutto ciò mentre lo stesso Magnifico straparla di sensibilizzazione sulle tematiche ambientali peccando del consueto green washing (…)
Incredibilmente, quest’atto di rivalsa compiuto da* student*, è passato quasi inosservato proprio per le motivazioni sopra citate: disattenzione a causa della pandemia e imminente scadenza del mandato del Magnifico.

Ad oggi, forte della nuova identità conquistata, eigenLab osa offrire a student e alla città alternative formative e ricreative all’interno dell’università.
Si spazia da workshop di varia natura a eventi musicali, tornei di ping pong e scacchi, giornate orto e cineforum all’aperto.
Già nel mese di maggio sono riemerse le antiche, ma mai acerbe problematiche.
Nel bel mezzo di eventi organizzati ci sono state visite inaspettate: grazie all’intervento della polizia municipale e della globo, è stata restituita alla città la tranquillità perduta sedando un temibilissimo torneo di ping pong all’aperto accompagnato da un live-painting e un “aperiQUEER” – evento musicale senz’altro ricreativo – ma pensato anche per sensibilizzare student e non sugli argomenti di genere e di orientamento sessuale.
In ultimo, il 22, 23, 24 e 25 giugno, proprio in occasione di una rassegna cinematografica completamente gratuita e autogestita – svoltasi sempre nel giardino di eigenLab – si sono verificati ripetuti interventi della globo, con annesse minacce e abusi di potere.
Inoltre, ad oggi, si vedono nuovi impianti per l’installazione di telecamere con lo scopo di intimorire tutte le persone che osano frequentare lo spazio. È cosi che si ricade sempre di più nelle squallide dinamiche di controllo.

 

È questa l’università pubblica che paghiamo.
Sono questi i valori che vogliono inculcarci: sicurezza, norme e burocrazia.
Il tutto con lo scopo di rimanere chiusi o immobili perché – come la pandemia ci ha insegnato – in alcuni casi è risultato molto più comodo.
È comodo infatti aver dimezzato tutti gli spazi universitari aumentando le tasse, è comodo che molt student abbiano perso le borse di studio non avendo avuto adeguate agevolazioni per la pandemia.
È altrettanto comodo ostacolare progetti liberi e spontanei, senza fornire alcuna alternativa.

 

In questo panorama di repressione, eigenLab è uno dei pochi spazi orizzontali che resiste offrendo eventi, laboratori e attività organizzati dal basso con lo scopo di restituire l’università agli student e alla città.

IN SUPREMÆ DIGNITATIS

Logo Università di Pisa

dignità s. f. [dal lat. dignĭtas -atis, der. di dignus «degno»; nel sign. 3, il termine ricalca il gr. ἀξίωμα, che aveva entrambi i sign., di «dignità» e di «assioma»]. – 1. a. Condizione di nobiltà morale in cui l’uomo è posto dal suo grado, dalle sue intrinseche qualità, dalla sua stessa natura di uomo, e insieme il rispetto che per tale condizione gli è dovuto e ch’egli deve a sé stesso.

Certe persone non hanno una dignità. Semplicemente non ce l’hanno. Quel qualcosa che ti fa dire “Certo, sarebbe un’ottima soluzione, ma non posso farlo: non posso cadere così in basso” per loro non scatta.
Questa è la prima riflessione che sorgeva all’indomani dell’ultimo gesto dell’Università nei nostri confronti: l’Università di Pisa ha infatti chiuso nuovamente il cancello che collega il nostro spazio al resto dell’area Pontecorvo.

Scriviamo “nuovamente” perché quel cancello era già stato chiuso all’inizio dell’anno accademico in corso sfruttando il tipico spopolamento della città negli ultimi mesi estivi. All’epoca avevamo documentato l’evento con una serie di post in cui raccontavamo le nostre assurde vicende durante la “reclusione” che culminava con la nostra liberazione.

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Ecco perché la lettera dell’ONU sul decreto sicurezza bis è un segnale allarmante

Il 15 maggio l’ambasciatore rappresentante permanente presso le Organizzazioni Internazionali a Ginevra Gian Lorenzo Cornado ha ricevuto una lettera dal coordinatore per le procedure speciali per i diritti umani dell’ONU [1] riguardo la bozza di testo del cosiddetto dl “sicurezza bis” circolata in questi giorni (scaricabile da qui: https://cloud.eigenlab.org/s/ZLoo3wEYcHaan7w ). Si tratta di un documento elaborato ed estremamente denso di riferimenti che potrebbero apparire come tecnici ai più, seppure inseriti in un discorso ampio e inequivocabile di condanna dell’operato del Governo Italiano e delle velleità che esso esprime, in particolar modo attraverso la figura del Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Per questo motivo abbiamo cercato di capire quali fossero le ragioni che hanno portato all’elaborazione di un documento su un tema così delicato da parte di un soggetto così centrale nella comunità internazionale. In seguito abbiamo cercato di contestualizzare e affrontare in maniera sistematica i contenuti e i significati racchiusi nel testo, e per farlo abbiamo dovuto ripercorrere alcune brevissime nozioni di storia e di diritto internazionale, senza rischiare di perdersi in gineprai e tecnicismi fuori dalla nostra portata e ben oltre lo scopo della comprensione del documento.

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Eppur si muove.

… ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi con lo stesso impegno…

Tace, perché evidentemente adora la posizione afasica, la più triste espressione della stupidità al potere. Eppur si muove. Già eigenLab è senza energia elettrica da 40 tristi giorni, già l’orto ha visto molte delle sue piante e dei progetti per l’autunno morire a causa della carenza d’acqua, perché è stata staccata anche quella, come se l’acqua per un progetto di orto urbano [1] didattico aperto a tutte e tutti fosse uno spreco di risorse. E non è uno spreco, nella logica del rettore, un contratto per cedere a Microsoft, con l’acquisto di “Office 365”, tutti i contenuti di mail (leggibile solo con client proprietari!) e file di studenti e lavoratori dell’università, nonostante una spesa enorme affrontata pochissimi anni fa per l’acquisto di un array di dischi da 2000 terabyte destinato ad ospitare un cloud interno, che non è stato mai configurato. Alla faccia dell’Open Access e dello sviluppo aperto della conoscenza: questa è una grave carenza per un’università all’avanguardia e così moderna. E cozza particolarmente con la nozione di “spreco” che abbracciano rettore e prorettrici/tori quando parlano dei costi sostenuti dall’università a causa degli spazi autogestiti: in parte perché quegli spazi sono animati da studentx che pagano le tasse, ma anche perché costoro si scordano di citare i benefici (“gratuiti” per il bilancio d’ateneo) offerti su base volontaria in quegli spazi: aule studio, conferenze, accesso ad internet, centri stampa, servizi in cloud, attività culturali, occasioni di socialità… tutte cose che questa città offre in misura a dir poco insufficiente.

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