Né Newton né Leibniz ma mente collettiva

“Omnia sunt communia” – Thomas Muntzer

All’interno della comunità matematica si discute tutt’ora, anche se ormai folcloristicamente, della disputa molto accesa e mai conclusa tra Isaac Newton e Gottfried Leibniz per la paternità del calcolo infinitesimale, branca fondante dell’analisi matematica e dunque presupposto per tanti risultati tecnologici e scientifici dell’ultimo secolo.
Newton, pur iniziando prima di Leibniz a sviluppare il “metodo delle flussioni”, tardò molto nel pubblicare i suoi risultati. Inizialmente tra i due nacque un produttivo scambio epistolare, tramite il quale gli scienziati iniziarono a comprendere la portata delle loro intuizioni, ma che terminò bruscamente non appena si presentò ad entrambi il timore di vedersi strappare il primato della scoperta.
Nel 1684 Leibniz pubblicò il “Nova methodus pro maximis et minimis”, primo trattato di analisi matematica mai pubblicato. Fu allora che Newton accusò il collega di plagio, appellandosi alla Royal Society of London, del quale era membro onorario, per essere riconosciuto come padre di quelle scoperte che non pubblicò però prima del 1687, nel suo celebre “Philosophiae naturalis principia mathematica”. Leibniz dal canto suo sostenne che anche prima di leggere i testi di Isaac avesse ottenuto certi risultati. Continua a leggere