Primo post – colture rialzate vs colture in vasi

Quest’anno abbiamo deciso di sperimentare un po’ sul terreno dell’orto, in particolare testando vari metodi di coltura nuovi per noi, e cercando di capire quale sia il più efficace. Per chi non lo sapesse già, noi coltiviamo un terreno piuttosto povero di risorse, le analisi del suolo realizzate dal dipartimento di agraria hanno dimostrato una forte mancanza di azoto e un pH abbastanza basico.
Come primo esperimento, coltiveremo piante a terra nella parte di orto che l’anno scorso era dedicata alle leguminose, che essendo piante azotofissatrici dovrebbero aver rilasciato il tanto bramato azoto nel terreno. Per testare se veramente questo approccio ha funzionato, coltiveremo anche la parte che l’anno scorso è rimasta a riposo. In tutti e due gli appezzamenti, per ovviare alla poca profondità del terreno, rialzeremo la terra di circa mezzo metro con l’aiuto di pannelli di plastica per tenere su le pile, lasciando dei camminamenti tra i filamenti contigui.

Nella terza parte dell’orto, quella che l’anno scorso era coltivata a diversi ortaggi, faremo crescere le piante nei vasi. I tre metodi di coltura (rialzamento su terreno a maggese, coltivazione in vasi e rialzamento su terreno delle leguminose) saranno utilizzati per coltivare le stesse specie di piante in modo da poter comparare l’efficacia di questi metodi. Inoltre le piante sono le stesse degli anni scorsi e questo ci darà modo di fare dei confronti.
La coltura in vaso potrebbe sembrare piuttosto svantaggiosa rispetto alle altre due se non fosse che insieme ad essa proveremo un’ulteriore sperimentazione: autocostruirci una stufetta per pirolisi per ottenere il biochar, il carbone vegetale in grado di incidere positivamente sulla fertilità del terreno, il cui utilizzo risale all’epoca precolombiana nella “terra preta dos indos”. Questo tipo di carbone è ottenuto dalla combustione anaerobica del legno e dei vegetali, e il prodotto è un tipo di carbone molto ricco di carbonio, il principale componente delle molecole presenti nelle cellule, utile alle piante come “materiale da costruzione” per la crescita.

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La preparazione dei cumuli di terreno

Terzo giorno – l’impianto goccia a goccia

Quest’anno è pieno di novità per l’orto e tra le più incisive c’è l’impianto goccia a goccia: lavorare la terra richiede molto tempo, che non tutti possiamo dedicare, per cui il fatto di aver “automatizzato” l’irrigazione permette di dedicarci ad altri lavori, come la pulizia dalle erbacce e del maggese o la semina di altre piente, invece di passare un’ora ad innaffiare. Inoltre l’uso dell’impianto permette di dare da bere precisamente alla piante, riducendo lo spreco di acqua e il nutrimento della gramigna.

Posizioniamo l'impianto goccia a goccia a terra!

Posizioniamo l’impianto goccia a goccia a terra!

I frutti non tardano a vedersi. I legumi, piantati a gruppi di 4-5 semi, stanno crescendo tranquillamente e i fagioli nani cominciano a fiorire con piccoli fiori rosa, mentre i borlotti e i fagioli bianchi, a crescita più lenta, sono più piccoli, ma crescono anche loro di giorno in giorno. Le patate che abbiamo seminato partendo da vecchi tuberi – tagliandoli a pezzi in modo che ognuno avesse un germoglio – sono spuntate dal terreno nel giro di una settimana. Anche i pomodori, di cui abbiamo comprato le piantine, una volta trapiantati in terra e rinfrescati con dell’acqua, sono tornati vigorosi dopo un periodo di stress dovuto al trasporto e all’attesa del trapianto.
Nei prossimi giorni dovremmo seminare alcune insalate (rucola, cicoria e lattuga) oltre a cipolle e aglio.

C’è una nuova stella verde in Vettovaglie!

Ultimamente siamo in vena di maintaining. La rete mesh [1] è un tipo di rete che ha bisgno di manutenzione continua e bisogna tenere sotto controllo non solo gli apparati fisici ma anche il traffico che passa sui nodi più critici.
Uno dei nodi più utilizzati, a causa della sua posizione, è quello in piazza delle vettovaglie. [2] Da qualche settimana però, faceva i capricci anche lui. Per migliorare la situazione, decidiamo che in questo caso un upgrade sia necessario e abbiamo sostituito una picostation M2 con una M2HP [3] che ha un processore più potente, in questo modo il numero di client [4] che l’antenna può servire aumentano, non creando sovraccarichi. Il collo di bottiglia rimane la banda in uscita verso internet: dato che tutti i nostri servizi sono interni alla rete, non necessitano quindi di accedere ad internet e funzionano anche in assenza di esso; l’accesso ad internet è un servizio a se stante che dipende dalla volontà dei membri della community di condividere la propria ADSL per permettere l’accesso ad internet a chi si collega ad eigenNet.
Approfittando di questo lavoretto risistemiamo l’impianto interno (router per ridistributìire il segnale nell’appartamento, alimentatore per l’antenna, cavi) in modo che possano accogliere il futuro server. Questo nodo infatti funziona solo da ponte verso gli altri nodi dove sono collegati direttamente i server [5] con i servizi di eigennet,o verso le uscite su internet.

[1] http://it.wikipedia.org/wiki/Wireless_mesh_network

[2] http://map.ninux.org/select/pisaluca_carrarino/

[3] http://dl.ubnt.com/datasheets/picostationm/picom2hp_DS.pdf

[4] http://it.wikipedia.org/wiki/Client

[5] http://it.wikipedia.org/wiki/Server

Manutenzione pisa::exFausto

Durante le prime settimane di Dicembre ci siamo accorti che l’antenna sul tetto di un vecchio membro della nostra community era spenta. [1]
Fausto non abita più in quella casa ed il nodo era rimasto senza un maintainer, quindi ce ne stavamo occupando momentaneamente noi. L’ antenna non aveva mai dato problemi ed era utile per la connettività della zona porta a Lucca, avevamo quindi deciso di non toglierla.

exfausto:cambiamo l'antenna

exfausto:cambiamo l’antenna

Dovendo ritornare sul tetto per poter capire cosa fosse successo, abbiamo ripreso i contatti con i nuovi inquilini, che non erano al corrente di avere una preziosa antenna di eigennet sopra le loro teste! Un caffè e qualche spiegazione e i nuovi inquilini si sono trovati felicemente sorpresi ed hanno accolto la nostra richiesta di poter continuare a tenere l’antenna sul tetto molto positivamente! (le antenne che utilizziamo hanno un picco massimo di assorbimento di 8 Watt, [2] molto meno di qualsiasi lampadina) l’entusiasmo ha anche portato uno dei ragazzi a salire sul tetto con noi e darci una mano, oltre che, dato che dalla sua camera non era possibile, a gustarsi la vista della torre da una posizione privilegiata. Purtroppo l’antenna era da sostituire poichè essedo cedute le fascette di plastica l’antenna si era capovolta lasciando esposte le parti delicate alle intemperie. (per fissare qualsiasi tipo di dispositivo all’esterno, conviene sempre usare filo di rame, recuperabile dagli innumerevoli vecchi fili per antenne televisive che hanno un’anima di rame puro) [3]
Sostituite le vecchie fascette e l’antenna, abbiamo subito appurato che la connettività era perfetta, anche grazie al nuovissimo nodo [4] a meno di 200m!

[1] http://map.ninux.org/select/pisaexfausto/

[2] http://dl.ubnt.com/datasheets/picostationm/picom2hp_DS.pdf

[3] https://grow.wlan-si.net/wiki/Navodila/NeDa questo è un sintetico tutorial per evitare errori comuni, come quest’ultimo, creato dai nostri amici sloveni che gestiscono una rete mesh che copre tutti i confini della nazione (ad anche oltre!) https://wlan-si.net/en/

[4] https://eigenlab.org/2013/12/un-nuovo-nodo-si-aggiunge-alla-community-pisapower/

Tre stampanti recuperate!

Abbiamo recentemente recuperato e controllato tre stampanti che sono state dismesse nonostante fossero perfettamente funzionanti o necessitavano solamente di regolare manutenzione. In ognuna ci siamo accorti che si potevano trovare ancora il toner o addirittura della carta nel cassetto!
1) Laser a colori (Canon i-SENSYS LBP5000)
Purtroppo per questa stampante non esistono driver open source, per testarla abbiamo dovuto installare i driver proprietari in ambiente Windows su macchina fisica. Fatto questo abbiamo scoperto che il dispositivo, anche se molto vecchio e abbastanza lento, è ancora funzionante e non ha avuto bisogno di manutenzione.
2) Multifunzione (Fax – Copiatrice – Stampante) laser monocromatica (Samsung SCX-4521F)
Questa multifuzione può lavorare sia collegata al computer che in maniera autonoma. Dopo alcune prove abbiamo notato che funziona tutto ma tende a prendere più di un foglio alla volta dal cassetto, causando spesso un inceppamento.
Per sicurezza l’abbiamo smontata parzialmente per verificare che non ci fossero parti rotte e/o detriti ostruenti nei meccanismi interni. Visto che nessun pezzo era visibilmente danneggiato e i meccanismi funzionavano a dovere è sorto il sospetto che fosse il rullo di trascinamento della carta (cassetto di alimentazione automatica). Continua a leggere