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Nell’ immaginario di molti di noi internet è il vero luogo dell’informazione libera che raggiunge tutti senza alcuna censura, immune dalla ben nota influenza che i poteri forti hanno su televisione e giornali. La connettività e la libertà offerte dalla rete consentono ora una circolazione di informazioni e saperi senza precedenti, concretizzando il concetto di “rete sociale”. Tale sviluppo è tangibile se osserviamo in particolare le dinamiche dei movimenti nati negli ultimi anni: le lotte non si limitano più soltanto alla piazza ma hanno trovato nella rete un nuovo luogo in cui esprimersi e organizzarsi.

Infatti, tutti i movimenti italiani nati negli ultimi anni, dall’onda viola al book bloc, hanno fatto un uso massiccio della rete sia come veicolo informativo che come luogo di produzione di discorso e dibattito. Le rivolte popolari del Maghreb non avrebbero avuto una diffusione così rapida senza sfruttare le potenzialità dei nuovi strumenti come i social network e i numerosi blog.Tuttavia, di fronte alle rivolte popolari che tramite la rete si diffondevano a una velocità impressionante, i dittatori del mediterraneo hanno scelto la strada della repressione e della censura. Così ecco che in Tunisia il governo ha bloccato i siti dei dissidenti e ha creato siti “civetta” per poter identificare e catturare gli attivisti; qualcosa di analogo è successo in Siria, dove non è tuttora possibile documentarsi sulle rivolte dei paesi vicini, mentre in Egitto il regime di Mubarak è riuscito a imporre un vero e proprio black-out della Rete senza precedenti. Il suo esempio è stato ripreso poco dopo dal governo Libico.

Se vogliamo capire come tutto ciò sia stato possibile, per far sì che non accada più, occorre guardare alla Rete con un occhio attento e disincantato, occorre studiare la dinamica interna del traffico dati.

La struttura di Internet, nonostante ci appaia orizzontale, nasconde una gerarchia piramidale, ed è proprio qui che si annida la contraddizione più palese della grande Rete. Un utente medio (Client) può accedere alla rete mediante un fornitore di servizi (Provider) che rende “fisicamente” disponibile il collegamento necessario. Per accedere poi ai servizi della rete occorre collegarsi ad un Server che raccoglie le informazioni e gestisce i servizi richiesti. Il rapporto tra Client e Server non è paritario ma verticistico: restrizioni sulle informazioni possono essere implementate a livello di Server – se non di Provider! – in modo del tutto immediato, dato che questi sono di fatto dei passaggi obbligati, delle vere e proprie dogane.

Alla luce di questa organizzazione interna, è chiaro che i governi e le grandi aziende possono esercitare una gestione antidemocratica e liberticida del Web attraverso pressioni sugli ISP, col risultato che i miliardi di internauti subiscono le scelte economiche e politiche del vertice della piramide.

Non è difficile osservare gli effetti di questa politica: oltre ai casi estremi visti in Magreb, ci sono molte altre situazioni che testimoniano un controllo sul traffico telematico.

Ad esempio, un internauta cinese potrà condividere video e foto, magari scaricare contenuti pirata, ma non troverà alcuna informazione qualora volesse cercare dati sul Tibet, sui movimenti dissidenti o su qualsiasi tematica che il governo cinese ritenga opportuno censurare. Proprio in questi giorni, in seguito al disastro nucleare giapponese, è sparito dai motori di ricerca cinesi qualsiasi risultato contenente le parole “contaminazione radioattiva”.

Non dobbiamo pensare che questi comportamenti siano caratteristici di paesi in cui i diritti più elementari non vengono rispettati. Il controllo di Internet è una meta ambita anche dalle potenze occidentali, classicamente “democratiche”.

Infatti, negli Stati Uniti esiste una legge che consegna nelle mani del presidente la facoltà di spegnere Internet in caso di emergenza nazionale; Google e’ obbligato a censurare i risultati che riguardano il file sharing in vari Paesi. In Italia, dove non esiste ancora una legislazione organica sul Web, si sono fatti molti tentativi mirati a limitare la libertà dei navigatori: ad esempio Facebook ha concesso alla polizia postale il diritto di accedere ai dati privati degli utenti a scopi investigativi mentre è di poco tempo fa una sentenza che costringe Yahoo a cancellare tutti i link e i risultati di ricerca che conducano a siti di video streaming.

Non stiamo mettendo in discussione l’estrema importanza del Web nell’aver creato un’enorme rete sociale e nell’aver aiutato la nostra generazione a crescere scambiandoci dati, desideri e bisogni, bensì la sua struttura gerarchica.

In definitiva, la creazione di una rete a struttura orizzontale diventa l’unico mezzo per sfruttare appieno le potenzialità di internet, per esercitare concretamente la libertà e l’autonomia che troppo spesso vediamo negate nel mondo reale.

E’ per questo che abbiamo deciso di dare vita ad EigenNet, convinti che la liberazione di saperi e informazioni e la riappropriazione della loro diffusione sia oggi fondamentale per ottenere una rete davvero paritaria e democratica.

EigenNet è una rete mesh che stiamo costruendo nella città di Pisa. La peculiarità di una rete Mesh sta nel fatto che ogni nodo è paritario rispetto a tutti gli altri, per cui non è più necessario un server che gestisca tutto il traffico telematico. Questo comporta che non vi sia più la possibilità di “posti di blocco” per i dati, la cui fattibilità si basa proprio sulla struttura gerarchica di Internet.

Grazie all’ apposito software, che abbiamo creato e rilasciato pubblicamente, i nodi della rete sono le persone stesse che partecipano semplicemente installando un’antenna wireless o collegando con un cavo la propria rete con quella dei propri vicini.

Eigennet è pertanto una rete orizzontale che supera le contraddizioni della struttura di Internet, in cui ogni utente può decidere liberamente quali contenuti o servizi condividere all’interno della rete senza nessun organo di controllo.

Se il web 2.0 è stata la rivoluzione a livello di software per una rete più interattiva, EigenNet colma il divario tra quello che e’ una rete telematica e quello che e’ la rete sociale. Con EigenNet abbiamo creato uno spazio comune, liberato da ogni dinamica di controllo e di restrizione, un terreno fertile in cui idee e pensieri possano fecondarsi vicendevolmente creandone sempre di nuovi, uno strumento che dimostri concretamente la possibilità di un’altra società, libera e indipendente.

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